Elemosina – Testo

Il testo della canzone

in Max Gazzè (Gadzilla) (2000)

Prenditi questa borsa mendicante
tu accorto non l’hai toccata
Antico lattante a poppa avara
Per trarne goccia a goccia
il tuo rintocco a morto
Cava tu dal metallo qualche colpa bizzarra
E vasta come noi la stringiamo sul cuore
soffiaci che si torca un’ardente fanfara
Chiesa e incenso che tutte queste dimore sui muri
Quando culla un’azzurra chiarezza
il tabacco in silenzio dilati
E le preghiere e l’oppio onnipossente ogni farmaco spezzi
Stracci e pelle vuoi tu buttare il cappottino
E ber nella saliva una felice inerzia
E nei caffè sontuosi attendere il mattino
I soffitti arricchiti di naiadi e veli
Si butta il mendicante di vetrina un festino

Quando esci vecchio Dio,
Tremante sotto i teli d’imballaggio,
L’aurora è un lago di vino d’oro.
E tu giuri di avere nella tua gola i cieli
Non avendo contato il lampo del tuo tesoro
Almeno puoi ornarti di una piuma
E a ricordo portare un cero al santo in cui tu credi ancora

Non pensare che io vaneggi in parole discordi
La terra si apre antica a chi muore di fame.
Odio un’altra elemosina:
Voglio che tu mi scordi fratello
E innanzitutto non comprare del pane.

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