Sotto casa:
Il significato della canzone

QUAL È IL SIGNIFICATO DEL BRANO Sotto casa ?

Dopo questo articolo su il solito sesso, ho deciso di avviare una rubrica con i significati delle canzoni di Max. A volte davvero intricati! Provo allora a dare una mia personalissima interpretazione: nasce da una mia idea e il significato non può che essere soggettivo! Non ha la pretesa di essere certamente l’originale motivazione e significato a cui pensavano Max e suo fratello Francesco quando scrivevano i testi. Pronti? Via!

Max a Sanremo 2013

Sotto casa (testo e accordi) è stata scritta da Francesco e Max Gazzè, pubblicata nel 2013 e inserita nell’album Sotto casa.

In un’intervista lo stesso Max ha raccontato l’origine della canzone: «Ho lavorato molto con mio fratello (Francesco, ndr) e la canzone è uscita in un giorno in cui stavamo scrivendo e hanno suonato alla porta. Erano due testimoni di Geova, gli abbiamo aperto e abbiamo ascoltato quello che avevano da dirci. Abbiamo immaginato come sarebbe andata se nessuno avesse mai aperto la porta a questi  ragazzi e che a un certo punto avessero cominciato a parlare davanti ad una porta chiusa. Questo rappresenta la chiusura che c’è fra il modo laico e religioso e anche fra le varie religioni. Non credere in nulla è altrettanto difficile ed impegnativo quanto credere».

Ha poi aggiunto in una successiva intervista«La canzone è un invito al dialogo, a prima lettura, tra religioni e fedi diverse, ma a ben pensare un più generale invito alla convivenza, al rispetto, alle diversità. E’ nata, quando due ragazzi, educatissimi, hanno beccato un giorno me e mio fratello al lavoro per l’album e ci hanno catechizzato con gentilezza e sorrisi. Quando sono andati via abbiamo pensato a quante persone siano rimaste barricate dietro l’uscio, spaventata da chissà quale pregiudizio».

Queste parole riassumono bene i concetti alla base della canzone, ma proviamo ad approfondire! Il testo in prima analisi si riferisce alla religione, ai vari testimoni di fede, alle difficoltà di portare il proprio credo nelle coscienze altrui, al tentato dialogo tra religiosi e laici.

Ad un ascolto più profondo si può abbracciare però un senso più ampio: un sostanziale bisogno di una fede per l’uomo, che ognuno cerca di soddisfare a proprio modo e secondo la propria visione. La fede può essere nel Dio cattolico, nel Budda, negli Dei dell’antico Egitto e chi più ne ha più ne metta! Ma anche nella natura o ovunque nasca il sole (potrebbe interessarti a riguardo la definizione panteista di Dio, che coincide sostanzialmente con la natura e l’Universo). Oppure ancora avere fede – in un certo senso – nella scienza e in ciò che è terreno, negando l’esistenza di un Dio creatore per come lo definiscono le religioni occidentali (ateismo).

Non per questo però bisogna restare chiusi nella propria idea, come in dei comparti stagni impermeabili a qualsiasi agente esterno. Pur essendo fedeli al proprio credo, si può essere aperti al dialogo e alla scoperta: se non per curiosità, almeno per cultura e conoscenza! Ciò che Max e il fratello vogliono comunicare è anche questo: apri la porta – fisicamente e mentalmente – a chi vuole condividere con te una sua opinione, senza partire prevenuto a tutti i costi o pensando ad una truffa qualunque. Certo, è meglio stare in guardia, ma aprire la mente può sempre essere modo per crescere personalmente e spiritualmente.

Il testo nello specifico?

«Apra la sua porta, faccia presto… non importa cosa crede lei di questo movimento, ma l’avverto che al suo posto non ci penserei due volte, dato l’imminente arrivo di Gesù, perché poi non torna più!»

Il testo apre incalzante con il ritmo – sostenuto dalla musica – che ci si aspetta tipicamente da chi bussa alla porta, intenzionato a “vendere qualcosa”. Una volta aperta, partono le domande a raffica che mandano irrimediabilmente in confusione. E sembra sempre che ci siano offerte a brevissima scadenza, imperdibili e impossibili da rifiutare!

«Mi son reso conto che serpeggia tra i credenti il malcontento per la pioggia di mancati appuntamenti nei millenni, ma si metta nei Suoi panni…»

Il testimone di turno prova a spiegare la situazione dopo un breve mea culpa: capisce la situazione e il malcontento, ma cerca comunque di spiegare che il suo Dio in offerta è sempre presente e vicino alle nostre richieste. Chiede di mettersi nei suoi panni per capire le difficoltà di gestione di così tante richieste!

«Possa la bontà del vostro cuore riscoprire che la verità si cela spesso dentro una persona sola … e non è tanto il sesso a consolare l’uomo dal suo pianto, ma l’amore buono ed il perdono santo del Signore.»

Tipiche frasi sentite nelle omelie clericali, dirette in parte a spaventare il “peccatore” e in parte a dirigere il credente neo-assunto verso il Signore per chiedergli perdono. Servono per rimarcare la posizione spesso petulante e tradizionalista di chi parla insistentemente della propria religione.

«Lasci che le spieghi in due parole com’è facile sentire gli echi bassi ed immorali di comportamenti frivoli e meschini quali certi omini in abito da donna, la vergogna che neanche gli animali!»

 

Si riferisce ai comportamenti celati ed oscuri di preti, cardinali, monsignori, vescovi e così via.

Nei live di Sotto casa sale spesso sul palco anche un uomo così vestito, interpretando movenze allusive. Facendo così riferimento alla vergogna – che alcune di quelle persone dovrebbero provare – per gli “atti impuri” ai quali partecipano.

Max sul palco accompagnato da un “cardinale” durante l’esecuzione di Sotto casa

 

«Apri un istante e ti farò vedere io che nasce sempre il sole dove cerco Dio, in tutti i poveretti che hanno perso il senso immenso della vita!»

Qua il discorso centrale: non importa quale sia il tuo credo; che tu sia testimone di fede o ascoltatore poco importa, sei innanzitutto un uomo. Il Dio – o meglio il divino – di cui abbiamo bisogno sta nella vita di tutti i giorni, sta in un’alba, in un tramonto, nei cieli, nella terra, nella magia della vita. Dio sta non tanto in un atto di fede, quanto nel modo di guardare alle cose che ci circondano.

«E basta un solo farabutto a fare in modo che dell’uomo non rimanga neanche l’ombra…»

Non farti ingannare dalle malefatte di una sola persona! Un caso non può bastare a rendere pieno il tuo giudizio. Guardati intorno, affronta la vita coi tuoi occhi, meravigliati per quello che vedi e accogli le esperienze con apertura mentale.

Mi fermo qua!

Scusami per la lunghezza dell’articolo! Si tratta di un tema piuttosto complesso che richiederebbe libri ed enciclopedie, non queste poche righe! Ma spero di averti dato uno spunto per pensare… commenta l’articolo se ti va 🙂

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Il video della canzone

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