L’eremita:
il significato della canzone di Max Gazzè

QUAL È IL SIGNIFICATO DEL BRANO L’eremita?

Dopo questo articolo su il solito sesso, ho deciso di avviare una rubrica con i significati delle canzoni di Max. A volte davvero intricati! Provo allora a dare una mia personalissima interpretazione: nasce da una mia idea e il significato non può che essere soggettivo! Non ha la pretesa di essere certamente l’originale motivazione e significato a cui pensavano Max e suo fratello Francesco quando scrivevano i testi. Pronti? Via!

Chi è? Un uomo poco convinto di quello che sta per fare, ma sa che deve farlo

L’Eremita (testo e accordi) è stata scritta da Max Gazzè e Francesco Gazzè e pubblicata nel primo album: Contro un’onda del mare del 1996.

Le canzoni contenute nell’album Contro un’onda del mare sono probabilmente le più complesse dell’intera discografia di Max. Almeno da un punto di vista interpretativo. Forse perché si occupò della stesura dei testi soprattutto Francesco, che si sbizzarrì con i suoi esperimenti poetici (dai un’occhiata a Chi scrive i testi di Max Gazzè?). Il testo di L’eremita non è da meno. Vien da pensare ad un uomo alla ricerca di se stesso; o a un uomo che parte per una guerra non troppo convinto; oppure ancora un uomo che sente il bisogno di allontanarsi dalle persone che lo circondano. Magari tutte e tre!

Un individuo che comunque si sente un eremita: uno che per sua scelta vive in isolamento dalla società, spesso in un luogo remoto (fonte Wikipedia).

«Salutò aggrappato ad un abbraccio
e le mani, veloci, sulla valigia
un cartone, ignaro e sorpreso,
a chiudere il pane fra i libri»

L’eremita è pronto per partire: saluta i suoi cari con un ultimo abbraccio e prepara di tutta fretta la valigia. Quest’ultima sembra essere una di quelle vecchie valigie di cartone degli inizi del ‘900, persino lei ignara di ciò che accadrà da quel momento in poi. L’importante è portarsi dietro tutto ciò che può essere utile: vestiti, libri, ricordi, cibo e denaro.

Non è americano e non è l’eremita di questa canzone, ma rende l’idea no? (fonte)

«Amico curioso a strisce
come la camicia svogliata
e gli umori tremendi
colorati per ogni notte in bianco»

Questa è la parte che più ricorda la preparazione per una guerra, tra umori tremendi e agitati e le camicie aperte e disordinate degli Americani (“a strisce”) in trincea. Facile immaginare perché si passino le notti in bianco con un umore simile! Probabilmente il nostro eremita non sta andando in guerra, ma è così che si sente. Sta andando in guerra contro se stesso.

«L’eremita
è un vuoto scalzo che misura il tempo
L’eremita
cammina la sua vita da solo»

Il protagonista in questo momento si sente vuoto dentro, non ha niente da prendere e niente da dare. Vaga alla ricerca di qualcosa, solo con se stesso. E nel far questo attraversa ovviamente anche momenti di fatica e noia, misurando il tempo che passa. Ha fretta di scoprire qualcosa, ma cosa?

«L’eremita coltiva la sua terra
e mischia il ricordo col fango
e l’uomo guarda il suo vestito
da tempo irriverente»

L’eremita ha trovato una sua dimensione e, come una specie di Siddharta, si presta ad una nuova quotidianità. Coltiva la terra che ha trovato libera e si immerge nei suoi ricordi, imbrattandosi i vestiti che presumibilmente non erano adatti per quel lavoro. Ha finalmente il tempo di stare da solo, a contatto con la natura, per pensare, ricordare, capire.

«rumore raro, di natura dormiente
che mi strappa la voglia di tornare
dove una folla di eremiti
organizza abbracci a vanvera»

Dormire nei boschi può essere un’esperienza bellissima, ma bastano qualche ombra o pochi rumori sospetti per far venire la voglia di tornare a casa! Casa inteso anche come la propria città, pieno di persone allegre e vivaci che trovano sempre un motivo per far festa. O forse sono anche quelle persone una folla di individui, a loro modo soli ed eremiti, alla ricerca di loro stessi? Che fingono uno stato d’animo per sembrare ciò che in realtà non sono.
Mi viene in mente Uno, nessuno e centomila di Pirandello!

«L’eremita
che conosco, è una memoria di schiena
che mi invita a pensare
che non voglio tornare»

L’eremita forse non ha ancora ritrovato se stesso, ma sta bene. Ha trovato armonia nelle sue giornate. Suda, fatica, si spacca la schiena con lavori fisici, ma sono lavori che pesano psicologicamente meno rispetto a stare in una casa/città/situazione dove non si vuole stare. Per ora non vuole tornare. Un domani si vedrà.

Ti trovi d’accordo?

Questa è la mia interpretazione e spero di averti dato uno spunto per pensare… se ti va commenta l’articolo e dimmi che ne pensi 🙂

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Contro un’onda del mare (1996)

 

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