Comunque vada:
il significato della canzone di Max Gazzè

QUAL È IL SIGNIFICATO DEL BRANO comunque vada?

Dopo questo articolo su il solito sesso, ho deciso di avviare una rubrica con i significati delle canzoni di Max. A volte davvero intricati! Provo allora a dare una mia personalissima interpretazione: nasce da una mia idea e il significato non può che essere soggettivo! Non ha la pretesa di essere certamente l’originale motivazione e significato a cui pensavano Max e suo fratello Francesco quando scrivevano i testi. Pronti? Via!

L’immancabile basso che comunque vada accompagna Max durante i concerti

Comunque vada (testo e accordi) è stata scritta da Max Gazzè e Francesco Gazzè e pubblicata nell’album La favola di Adamo ed Eva del 1998.

Il titolo della canzone sembra già spiegare tutto: comunque vada io ci avrò provato ed avrò magari ottenuto un bel risultato. Comunque vada avrò tratto vantaggio da quest’esperienza. Andando però a vedere il testo, emerge qualcosa di diverso: un po’ di paure, un po’ di procrastinazione, un po’ di ignavia e un po’ di sogni. La ricetta della confusione! Condita dalla poetica di Francesco Gazzè, che a volte pervade gli animi, a volte li disorienta.
Ma sembra ugualmente che sul finale si riporti l’ordine che il titolo suggerisce fin dall’inizio. Vediamola.

«Comunque vada darò un sorriso al niente
o ruberò al vento un’acqua di silenzio
amerò le mani tese sui capelli, i pugni in testa
il buio ingiusto della mia malinconia»

Ad ogni tentativo od occasione che ci si para davanti è fondamentale lo spirito col quale ci si pone: che si ottenga quanto previsto, di meno o addirittura di più, si può fronteggiare un’esperienza con un sorriso. A costo di sorridere ad un pugno di mosche, rischiando al massimo di passare per scemi. Solo così sarà possibile farsi forza e riuscire persino ad amare la propria malinconia più cupa, le mani che passano e ripassano tra i capelli tra uno stress e l’altro, i pugni in testa da atto di pentimento quasi auto-lesionista.

«Malgrado tanto io sciolgo ancora idee
come lacci di scarpe, inutile follia»

Nonostante quelle paure e quelle malinconie che spesso mi distraggono, resto ancora avvolto da tante idee e speranze, da districare come lacci di scarpe ingarbugliati. Sarà forse una follia? Forse pure inutile? Si vedrà, col passare del tempo si vedranno gli effetti delle proprie scelte.

«Futilità sospesa scontami il perdono
ho una dignità di schiuma pronta a soffocare
è solo un mio trambusto personale
una pausa insolita ed incerta come l’idiozia»

A volte quando ci si butta in una nuova cosa sembra più un capriccio che una cosa “ragionata”. Un trambusto personale da idioti! La dignità sembra sgretolarsi fino ad assumere sembianze aeriformi, una struttura molle come la schiuma. Insomma, sembra tutto sbagliato! Ma…

«Ma resto chiuso e un’amica si frantuma
in un istante un grido svaniscono parole quasi mute
immagini sfinite e il sogno delle sue bugie
marcite intorno alla mia stanza»

Ci rinchiude in se stessi, tra il senso di colpa e l’orgoglio di aver preso una giusta decisione. Ma come spesso accade, quando si fanno delle scelte sofferte, c’è chi è contrario o chi rema contro: ecco che finisce un’amicizia, ecco che crolla una relazione. In pochi instanti i silenzi soffocati da tempo, diventano discussioni rancorose espresse tra grida e schiamazzi. In poche immagini si svelano bugie. E si finisce a rimuginare da soli nella propria stanza

«Curiosità lontana torna fra i pensieri
come giovani farfalle provano le ali
sconnetto me da tutto e tutti si sconnettono
e mi merito un applauso dipinto d’incoscienza»

Torna sul finale l’amor proprio: realizzare d’aver preso la giusta strada riempie l’anima di energia positive e gonfia i polmoni. La curiosità, per un attimo messa da parte, viene rievocata a gran richiesta per dare maggior impulso ai propri pensieri; e tutto diventa più leggero, come il volo di una farfalla. E così volando, ci si sconnette da tutto e tutti: le opinioni degli altri assumono meno importanza; le critiche diventano meno pesanti; gli umori riprendono fiato.
Ehi! Sono un temerario, un coraggioso! Mi merito o no un applauso?

Esci dalla corrente, trova la tua strada!

«Scappa via scappa via cosa mai sarà
scappa via scappa via non tornerà»

Il ritornello è un inno all’amor proprio e al fare quello che ci si sente: comunque vada non sarà stato poi così male.
Da non confondere quel “scappa via”: qui non è uno scappar via – per paura – dalla situazione in cui ci si trova. È invece una fuga dal peso che stringe e costringe in una situazione scomoda. Scappa via da chi ti tarpa le ali, da chi non ti fa crescere. Scappa via da chi non ti permette di realizzarti e da chi non crede in te.
Scappa via da chi ti fa affondare, ora. Questi momenti non torneranno.

Ti trovi d’accordo?

Questa è la mia interpretazione e spero di averti dato uno spunto per pensare… se ti va commenta l’articolo e dimmi che ne pensi 🙂

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